Il pianto del monachello di Alessandro Stella

Nel romanzo si intrecciano diverse vicende, ma al centro troviamo l’amicizia tra Marcello, un bambino di sette anni, e don Cola, l’ufficiale dello Stato Civile di Portomagno, considerato pazzo da tutto il paese per via dei modi bizzarri e degli sproloqui che è abituato a manifestare senza motivo.
In realtà, dietro l’apparente pazzia, si cela un segreto: don Cola è solito aggiungere sui registri anagrafici un secondo nome ai nuovi nati. Così facendo, crede di poter bilanciare le mancanze della stirpe di ognuno e di combattere la staticità della terra in cui vive (siamo in Calabria, alla vigilia del secondo conflitto) per spingerla a un’emancipazione che sembra, in realtà, remota.
Una sera, durante un incontro al braciere, don Cola, sentendo un pianto lontano, racconta a un gruppetto di bambini la leggenda del monachello: lo spiritello è disposto a ricoprire d’oro chiunque riuscirà a prendergli il cappuccio. Da quel momento, Marcello farà di tutto per raggiungere quella fortuna sfuggente e cambiare un destino che sembra già scritto dalla miseria in cui il paese è calato. Le difficoltà, però, non mancheranno e lo porteranno a intrecciare il suo sogno con le vicissitudini e i destini degli altri personaggi.